Seconda domenica di Pasqua

At 4, 3235
Sal 117
1 Gv 5, 16
Gv 20, 1931

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Commento al Vangelo della Domenica di don Gianni Baget Bozzo

Dal verbo di Gesù il nesso fra Chiesa e la risurrezione

Il Vangelo di oggi ci indica il nesso tra Chiesa e risurrezione: «Venne Gesù, e stette in mezzo e disse loro: "Pace a voi". E, detto questo, mostrò ad essi le mani ed il fianco. Allora i discepoli si rallegrarono al vedere il Signore. E Gesù ripeté loro:
“Pace a voi. Come il Padre ha mandato me, così anch’io mando voi”. Ciò detto, alitò e disse loro: “Ricevete Spirito Santo. A chi rimettete i peccati, saranno rimessi, a chi li riterrete saranno ritenuti”».
Così nel Vangelo di Giovanni nasce quello che il Nuovo Testamento chiama Chiesa e che è la continuazione
dell’esistenza di Cristo nei cristiani: ciò è espresso negli scritti di s. Paolo come «corpo di Cristo». E in questo Vangelo lo si intende bene.
Gesù mostra le mani e il fianco: si presenta cioè come il crocifisso. Per questo, in questo modo, che non è quello della sapienza e della potenza, egli è stato mandato dal Padre, così, in questo modo il Risorto manda i discepoli. Essi sono testimoni del corpo crocifisso e risorto e sono chiamati a offrire alla croce e alla risurrezione i loro corpi. «Ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi»: parole del Gesù prePasquale, che ritornano ora nel gesto del Risorto. Ma Gesù dice anche altro: «Ricevete Spirito Santo».
All’inizio della predicazione di Gesù, mentre Giovanni lo battezzava, lo Spirito Santo era sceso da lui, non visto che da lui o dal Battista, secondo i diversi racconti evangelici. Ed egli dà ai discepoli un potere: quello di liberare il mondo dal male, mediante il giudizio del male. Essi portano su di loro la capacità di esprimere il giudizio divino sul male. Essi devono annunziare agli uomini l’amore divino e il desiderio che Dio ha di essere amato.
Chi ascolta questo annuncio entra nell’amore: chi non lo accoglie è amato da Dio senza saperlo. L’amore di Dio è più potente di ogni peccato, ma si è fatto impotente dinanzi alla libertà dell’uomo di accettare e di respingere l’amore
divino.
La Chiesa è inviata nel mondo sotto il segno non della potenza ma della debolezza. Il disamore di Dio non la combatte solo all’esterno, ma anche dall’interno: questa, interna, (dall’eresia alla tiepidezza) è stata la più grave piaga della Chiesa. Ma lo Spirito di Dio non l’abbandona.
In questo secolo la Chiesa ha conosciuto le più terribili sfide della sua storia: il nazismo e il comunismo. È sopravvissuta a esse. Oggi è attanagliata dall’angoscia dell’occidente, che invade i cuori con la sua solitudine, e dalla scienza dell’occidente, che si crede orgogliosamente il vertice del pensiero, mentre è soltanto una prassi sulla natura fisica: la fede è combattuta dalla debolezza dell’uomo e dall’orgoglio del sapiente. Ma la Chiesa entra con sicurezza nello Spirito del Crocifisso risorto, nel suo terzo millennio, che è infine un millennio della sua storia.
Il Vangelo chiude con la storia di Tommaso, che non sperò e non credette e fu rimproverato da Gesù: «Tommaso, perché mi hai veduto, hai creduto: beati coloro che non vedono, eppur credono». Parole difficili a credersi, poiché qualunque credente vorrebbe avere la sorte di Tommaso. Ma l’oscurità della fede corrisponde alle piaghe del Crocifisso. Chi vede come Tommaso non partecipa alle piaghe del Signore. Chi crede abita nell’oscurità della ferita, che è la patria di ogni uomo.
Mentre ricordiamo il mistero delle piaghe del Risorto, possiamo ascoltare di massacri che toccano anche le Chiese nellepersone dei loro figli, sacerdoti e laici, uomini e donne. Questo è, infine, l’ultimo risultato della beatitudine della fede annunciata da questo brano del Vangelo.

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