25 Dicembre 2023
Natale del Signore

Is 9, 1-3.5-6
Sal 95
Tt 2, 11-14
Lc 2, 1-14
Is 62, 11-12
Sal 96

Tt 3, 4-7
Lc 2, 15-20
Is 52, 7-10
Sal 97
Eb 1, 1-6
Gv 1, 1-18

 

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto.
A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli rende testimonianza e grida: «Ecco l’uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.  Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.

Commento al Vangelo della Domenica di don Gianni Baget Bozzo


 

La maschera sulle private sofferenze

Natale. Giornata lieta e dolorosa, come è sempre il tempo della festa, perché consacrata alla memoria. Festa della famiglia, in una società, dove, specie al nord, i soli abbondano, dove la vita di famiglia ha cessato di essere una istituzione ed è divenuta più fragile. Qualcuno manca in qualche famiglia, e qualche Natale significa ricominciare a vivere senza di lui. La gioia può essere in questo giorno la maschera che nasconde il senso di abbandono. Sono giorni, quelli di fine d’anno, in cui ci si interroga sul senso della propria vita.
Buon Natale, come non dirlo, invocarlo come una gentilezza, quasi con il timore che la festa pubblica non basti a coprire il dolore che striscia nel profondo.
Dove era la gloria divina in Bosnia o nel Caucaso o in Georgia, piaghe del mondo, dove in questi anni tutti abbiamo potuto vedere quanto l’uomo può odiare senza motivo l’uomo? Dove è la pace degli uomini che Dio ama? Offriamo al Dio, per tanti di noi rifiutato perché di lui ci manca l’esperienza, il soccorso. Temendo che egli sia un amore impotente, o non sia affatto.
La fede ci dice che Natale è la festa di Dio che diviene un impotente bambino in questa notte. Non è facile avere fede oggi, quando la secolarizzazione ha tanto diminuito lo spa-zio della cristianità.
La fede di tanti oggi consiste nella speranza che Dio sia, che una mano provvidente conosca la mappa e la traccia del nostro camminare oscuro. La fede ci dice che noi siamo «parte di Dio», come scriveva s. Gregorio di Nazianzo. In noi, nel nostro non senso, il Padre fa nascere il Figlio e invia lo Spirito: ciascuno di noi è Betlemme oscura.
Dio entra in noi nel vuoto del nostro cuore, l’assenza di lui è l’incavo della sua presenza. Dio è presente nel punto in cui avvertiamo la solitudine del nostro Io. L’avventura umana ha toccato i suoi vertici, il mondo è nelle mani fragili dell’uomo. Se la vita continua nell’età della superpotenza dell’uomo è perché una fascia ardente d’amore custodisce questa terra in cui Dio abita.
Attorno a questa unione di Dio e di uomo che è la nostra vita nel tempo, c’è un coro di angeli, che acclamano il mistero del Dio umile e incarnato, fatto uomo in tutti gli uomini.
Ognuno ha un angelo custode, che protegge in noi l’immagine eterna di Dio che noi siamo e ci comunica la speranza del tempo eterno, della vita che è oltre la morte, del regno divino in cui sono presenti tutti quelli di cui sentiamo come una lacerazione l’assenza.
Buon natale di Gesù in noi. Buon Natale alla nostra città, alle città sofferenti per i colpi della natura e le colpe degli uomini. Auguri ai sindaci, alle autorità civiche che abbiamo eletto, che il Signore li renda capaci di dare forma reale e pratica al bene comune.
Buon Natale a coloro a cui la vecchiaia è un peso e a coloro in cui dolente è la giovinezza.A Natale le piaghe della croce della terra risplendano della gloria del Dio crocifisso e risorto che verrà un giorno nella gloria a conchiudere la vicenda che egli ha vissuto in ogni uomo nel tempo.


I volumi dei tre anni di commenti al Vangelo della domenica di don Gianni Baget Bozzo (“Buona Domenica. Commenti ai Vangeli domenicali”) sono acquistabili in libreria, sul sito delle Edizioni Dottrinari o sui siti delle maggiori catene di librerie

Un commento su “Il Natale del Signore”

  • Grazie per queste parole attuali ieri come oggi perchè rivolte all’Uomo di ogni tempo.
    Buon Natale a tutti voi del Centro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.