15 Giugno 2025

Prima domenica dopo Pentecoste: Santissima Trinità
Lo sforzo dei cristiani per comprendere l’evento di Gesù Cristo

Pr 8, 22-31
Sal 8

Rm 5, 1-5
Gv 16, 12-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Commento al Vangelo della Domenica di don Gianni Baget Bozzo

Lo sforzo dei cristiani per comprendere l’evento di Gesù Cristo

La prima domenica dopo Pentecoste è dedicata dalla liturgia alla Trinità. Essa indica lo sforzo dei
cristiani per comprendere l’evento Gesù Cristo, la dimensione di esso che va oltre la storia, oltre la
creazione. In questa solennità noi celebriamo la misericordia di Dio che ci ha concesso di conoscere
e partecipare a quella realtà ultima di lui, che è maggiore dell’uomo e del creato, della mente
umana e della realtà: la profondità di Dio.
Il filosofo più significativo della modernità, Immanuel Kant, ha scritto che dalla Trinità non si può
dedurre nulla di pratico. La Trinità esprime Dio in sé, come se non avesse creato, come se noi non
esistessimo. Ma ciò non dice qualcosa anche di noi? La Trinità ci dice che siamo divenuti «partecipi
della natura divina», che conosciamo Dio non a partire dal mondo, ma da Dio stesso. La Trinità è la
Verità eterna e la Vita eterna, esprimendola noi usciamo da questo mondo ed entriamo nel mondo
divino, nel mondo in cui non c’è morte.
Siamo oltre i tempi dell’Illuminismo, per cui l’uomo era il significato di sé stesso e tutto aveva
riferimento rispetto a lui. Ne siamo usciti da molto tempo. Per un razionalista, aveva senso la
questione, indicata da Kant; «a che serve la Trinità?». Per un uomo del nostro tempo, l’uomo
dell’età nucleare, ha senso la domanda: «A che serve l’uomo?». Oggi è più facile capire che la
Trinità è il senso dell’uomo, che l’uomo ha senso oltre questo mondo. La Trinità è la nostra patria, la
terra il luogo della nostra dimora nel tempo.
La mistica cristiana ha vissuto l’esperienza della Trinità come il centro dell’uomo. Figli nel Figlio,
siamo originati dal Padre, spiriamo lo Spirito: abbiamo accesso al Padre. E qui comunichiamo con i
santi, con i peccatori, con coloro che sono sulla terra, con coloro che sono in Dio: la vita eterna è
una città, la Gerusalemme celeste, la Chiesa eterna. Il cristiano è chiamato a conoscere di vivere il
mistero trinitario e di comunicare con tutto il reale attraverso di esso. La storia visibile è solo il
bozzolo della realtà e una sottile pellicola è la storia che vediamo quotidianamente sui teleschermi
e leggiamo sui giornali. Il profondo del reale sfugge all’analisi e solo la fede permette alla coscienza
la percezione del profondo: cioè della Trinità. E di tutta la storia passata, e futura in essa, di ogni
vicenda umana.
La salvezza dell’umanità sta nella misura della sua libera volontà di respirare l’eterno, di entrare
nel profondo delle cose, là dove l’eterno agisce sul tempo e il tempo sull’eterno.
Il Vangelo ci parla dello Spirito Santo, è un brano dell’ultimo discorso di Gesù nel Vangelo di
Giovanni. «Quando verrà lui, lo Spirito di verità, vi condurrà nella verità piena. Infatti non parlerà da
sé stesso, ma tutto ciò che ascolta vi dirà e vi annunzierà ciò che sta per venire».
Lo Spirito abita in noi e ci conduce alla profondità di Dio: e in lui noi comprendiamo il senso degli
eventi. Dio diviene il nostro io profondo, lo Spirito dà forma ai nostri desideri. Ma non ci conduce
lontano da Cristo, anzi ci pone in lui. «Prenderà ciò che è mio e ve lo annunzierà».
Lo Spirito è la nostra unità profonda, oltre la divisione. Vi sono tante Chiese nella storia
esteriore, ma una sola Chiesa nella realtà profonda. Siamo divisi nel filone più superficiale del reale,
uniti in quello più profondo. E ci uniremo tanto più nella pellicola temporale del reale quanto più
saremo uniti nel profondo, quanto più saremo immedesimati nello Spirito.
La solennità della Trinità, che oggi celebriamo, ci conduce dunque al centro della nostra vita, ci
indica l’eterno che siamo chiamati a divenire ogni giorno. Sino a che, come dice l’apostolo per
eccellenza, Paolo, «Dio sarà tutto in tutti».

I volumi dei tre anni di commenti al Vangelo della domenica di don Gianni Baget Bozzo (“Buona Domenica. Commenti ai Vangeli domenicali”) sono acquistabili in libreria, sul sito delle Edizioni Dottrinari o sui siti delle maggiori catene di librerie.

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