Ti ho incontrato la prima volta nell’agosto del 1983: avevo quasi cinquant’anni, due figli studenti e un marito professore di matematica. Ti conoscevo, però, da diversi anni come giornalista e come sacerdote impegnato e aperto tramite diversi tuoi articoli letti su La Repubblica.

Nell’agosto di trent’anni fa mio cognato mi ha imprestato il tuo libro VOCAZIONE. La lettura  di questo libro è stata per me come un’esplosione, perché vi avevo ritrovato le mie sensazioni, i miei sentimenti messi per iscritto con grande profondità e cultura.

Nel 1977 , pur essendo dapprima non credente, avevo avuto una esperienza mistica sconvolgente in cui avevo sperimentato “ sia il desiderio mio , umano, di svanire in Dio che il desiderio divino della nuova creazione “ pag. 150 di VOCAZIONE.

Di questa mia esperienza ne avevo parlato soltanto con mio marito e la mia migliore amica, entrambi non credenti, scettici su quello che stavo raccontando, e con mia sorella che mi ha sempre creduto sforzandosi di capire quello che mi stava succedendo.

Ne avevo parlato soprattutto con due medici, laureati anche in psicologia e uno di loro, valido psicoterapeuta, mi aveva tenuto un anno in analisi, al termine del quale aveva tranquillizzato mio marito dicendogli che ero sanissima di nervi e di mente.

Gianni, quando ti ho telefonato per la prima volta e sono venuta a trovarti per raccontarti la mia esperienza TU mi hai creduto subito e così è nata la nostra profonda amicizia anche se avevamo così poco in comune.

In tutti questi anni il Teologo Gianni non ha mai cercato di influenzarmi, di insegnarmi. Tu Gianni eri sempre disponibile a rispondere ad ogni mia domanda con incredibili citazioni a memoria, con collegamenti profondi.

Mi hai lasciato la possibilità di maturare lentamente. Trovavo un po’ difficile capire i tuoi libri che mi regalavi quando venivano pubblicati perché , essendo  molto impegnata,  avevo poco tempo per approfondirli. Ricordo particolarmente I TEMPI E L’ETERNO,  E DIO CREO’ DIO, LA NUOVA TERRA , HOMO DEI e VERITA’ DIMENTICATE.

Quando venivo a trovarti, vedevo  sul   tavolino, vicino alla  tua  poltrona, non solo libri di politica che non m’interessavano, ma anche libri scritti da mistici  che raccontavano la loro esperienza. Io li sfogliavo leggendo un po’ qua e là  e quando uscivo andavo a comprarmeli.

QUANTO MI MANCHI, CARO GIANNI, TEMO  DI NON AVERTI MAI DETTO QUANTO SEI STATO IMPORTANTE PER ME!

Grazie, fratello mio spirituale!  Graziella

(2013)

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